IL MODELLO GENOVA

La costruzione del nuovo Ponte Genova – San Giorgio ha dimostrato che, quando le energie del nostro Paese e della nostra terra sono lasciate libere di esprimersi, nulla è impossibile. Un lavoro assiduo, tenace e silenzioso, compiuto nella cornice di un’emergenza che è stata una vera e propria tragedia nazionale, ha reso possibile la demolizione del vecchio ponte e la ricostruzione del nuovo nel giro di appena due anni.
Tutti gli osservatori intellettualmente onesti concordano che l’azione di governo della Lega, portata avanti soprattutto dall’allora viceministro Rixi e dal nostro segretario federale Matteo Salvini, ha garantito quella cornice normativa dentro cui è avvenuto un vero e proprio miracolo infrastrutturale.

Infatti, nel Paese che impiega una media di 10/15 anni per la realizzazione di una grande opera, e 5/6 anni per farne partire il cantiere, i due anni del Ponte San Giorgio sono un avvenimento pressoché unico che è diventato un simbolo di rinascita a cui guardare in questi tempi difficili.
Il termine “modello Genova” è stato coniato per indicare proprio quell’insieme di norme che hanno consentito il superamento degli ostacoli burocratici che rallentavano la realizzazione del nuovo ponte, e che con alcune modifiche possono adattarsi a qualsiasi opera di medio-grandi dimensioni, comprese le più importanti opere di valore internazionale che ad oggi subiscono rallentamenti inconcepibili.
In concreto, il “modello Genova” può diventare il punto di partenza da cui modificare il Codice degli Appalti, restando all’interno della direttiva europea in materia e facendo valere in Europa, nei confronti della Commissione UE, l’esigenza di procedure semplificate ed efficaci.
La situazione di molte opere pubbliche europee, che sono rallentate o addirittura ferme, ci consente un’buona base di partenza per le trattive. Infatti l’esigenza di snellire la burocrazia ed i tempi di realizzazione delle infrastrutture è oggi condivisa da molti altri Paesi e da molti partiti politici. I burocrati europei non possono più far finta di niente.
Durante i lavori parlamentari, ho più volte avuto modo di citare il “modello Genova” come esempio di semplificazione e ripartenza. Del resto, da ligure e genovese ne sono profondamente orgoglioso.