Bruxelles||Marco Campomenosi

L’Ue è in ritardo sulle materie prime, l’Europa ha un problema di competitività

La Lega sostiene il tentativo dell’Ue di trovare un accordo con gli Usa sulle materie prime critiche, che è di buon senso ma arriva in ritardo. Ricordiamo bene le reazioni della Commissione quando gli Stati Uniti presentarono il progetto IRA e vennero accusati di protezionismo: non sono un tifoso della presidenza Biden, ma il progetto ha avuto successo, gli Usa sono riusciti dove Bruxelles ha fallito. Per raggiungere gli stessi obiettivi che ci diamo per raggiungere la transizione ecologica, con il loro progetto gli Stati Uniti hanno saputo attirare investimenti privati che l’Ue si sogna e non è stata in grado di richiamare. È bastato un semplice provvedimento e oggi ci troviamo a implorarli perché le nostre imprese possano beneficiare di quegli stessi strumenti. Dobbiamo porci degli interrogativi, alla luce di questo: ha senso, oggi, essere gli unici al mondo a difendere regole di un Wto che di fatto non esiste più, in un mondo dove Washington da una parte e Pechino dall’altra perseguono interessi totalmente opposti agli obiettivi di un organismo che forse nel 2023 non ha più senso rispetto a quando era nato? Questo atteggiamento non è utile per il nostro sistema produttivo. In Ue si è partiti con un processo legislativo intenso sulla transizione ecologica, solo dopo ci si è accorti che forse occorreva una strategia sulle materie prime, la Lega lo ha detto fin da subito. Von der Leyen oggi ha annunciato di voler intervenire sull’automobile cinese. Bene, lo chiediamo da tempo, ma è tardissimo, oggi l’automobile cinese elettrica è già la più venduta in alcuni Paesi dell’Ue come la Spagna, come era facile prevedere. L’Ue ha agito tardi e male: c’è un problema di competitività che va risolto in maniera concreta e possibilmente in tempi rapidi.

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