Strategia “Farm to Fork” (Dal Produttore al Consumatore)

“Dal produttore al Consumatore, nota come “Farm to Fork”, è l’iniziativa lanciata dalla Commissione per la sostenibilità del sistema agroalimentare europeo. L’iniziativa prevede la trasformazione del sistema alimentare europeo attraverso una serie di impegni relativi alla riduzione dell’uso dei pesticidi, il rafforzamento delle filiere corte, il miglioramento della sicurezza alimentare e la promozione di uno stile di vita sano.
Nel condividere tali nobili obiettivi, esprimo forti perplessità sulla strada intrapresa dalla Commissione nell’attuare l’iniziativa e sull’impatto che questa avrà sul nostro mercato interno. Le indicazioni della strategia rischiano di favorire solo alcune categorie di prodotti, generando distorsioni di mercato ma soprattutto penalizzando il settore agroalimentare italiano già messo a dura prova dalla crisi provocata dal COVID-19.
Punto nodale di Farm to Fork è la convinzione circa la necessità di ridurre al minimo l’impatto del sistema agroalimentare e della produzione sull’ambiente e sul clima. Ciò denota una percezione errata del settore primario che riduce agricoltori e pescatori al ruolo di “custodi del clima”. Nello scenario attuale, gli stringenti vincoli ambientali della Farm to Fork rischiano di tradursi in oneri eccessivi e non sostenibili dalle imprese della nostra filiera agroalimentare. Si tratta di misure che sul piano globale potrebbero fornire un vantaggio competitivo alle imprese dei Paesi terzi che applicano regole meno rigorose.
Sul fronte della sicurezza alimentare, desta una certa preoccupazione la proposta di un’etichettatura fronte pacco basata sul “Nutriscore”, un sistema adottato al momento solo su base volontaria da alcuni Stati membri, che classifica in maniera semplicistica i cibi ‘buoni e cattivi’. Tale sistema non solo è impostato sulla promozione di regimi alimentari lontani dalla dieta mediterranea, ma rischierebbe di mettere fuori mercato le eccellenze del Made in Italy alimentare.

La nostra proposta è quella di un’etichettatura armonizzata basata sui corretti valori nutrizionali degli alimenti in relazione al fabbisogno giornaliero, che renda i consumatori consapevoli e non ‘governi’ le loro scelte alimentari con indicazioni fuorvianti e arbitrariamente discriminatorie. Auspichiamo inoltre che tale sistema venga affiancato in parallelo da un adeguato contrasto a pratiche commerciali sleali come “l’Italian Sounding”, l’imitazione delle nostre eccellenze enogastronomiche che induce ingannevolmente a credere che siano autentiche italiane.
Infine, serve più coerenza sul piano del commercio internazionale. Farm to Fork potrà essere realmente vantaggiosa solo se al tema della sostenibilità’ ambientale verranno affiancati quelli della sostenibilità economica e sociale. Questi sono gli aspetti che l’UE dovrebbe porre a tema centrale della propria politica commerciale: difendere agricoltura e pesca in europa invece di utilizzare queste nostre eccellenze come moneta di scambio per accordi commerciali di cui quasi sempre beneficiano solo multinazionali.
